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Architettura Interna

A.I volta
A,I bifora
A.I affreschi
A.I transetto
AI Capliate,
A.I Balzo

Il complesso monumentale di S. Chiara è una delle maggiori costruzioni volute dagli angioini. La maggior parte delle chiese gotiche napoletane furono progettate da architetti venuti a seguito di questa dinastia, ma poi proseguite da architetti pugliesi e campani, decorate da pittori di scuola romana e più ancora toscana. Santa Chiara, come le atre chiese gotiche della città partenopea, si trova nel centro storico che una volta era il centro direzionale della città. Tra il 1742 e il 1762 l’aspetto gotico fu celato da decorazioni barocche, la trasformazione della chiesa venne fatta su progetto di Ferdinando Sanfelice. La volta venne decorata da stucchi e affreschi di Francesco De Mura e Sebastiano Conca. Le trifore e le bifore vennero trasformate in finestroni rettangolari, gli archi e le cappelle vennero decorati con intarsi e l’altare maggiore trecentesco con crocifisso ligneo fu trasformato. Nel 1761 la pavimentazione fu rifatta in marmo policromo su disegno di Ferdinando Fuga. Il pavimento originario, di semplici liste marmoree, nel corso del tempo era stato ricoperto da innumerevoli marmi, lapidi ed iscrizioni. Vi lavorò dal 1761 al 1763 utilizzando diversi tipi di marmi: marmi bianchi di Carrara, marmo bianco brecciato di Carrara, breccia di Savarezza, giallo di Verona, bianco e rosso di Francia, giallo e nero di Portovenere e qualche porzione di rosso antico. Il disegno del pavimento si tripartisce secondo le proporzioni dei tre scomparti che costituivano il soffitto. Tutte queste trasformazioni subirono gravi danni durante il bombardamento americano del 1943, che danneggiò la copertura del 300 e provocò un grande incendio che distrusse gran parte  degli affreschi, dei marmi, degli stucchi e in parte le cappelle. L’interno è a pianta rettangolare, ad unica navata  e priva di transetto, ed è lunga 83 metri, larga 30 e alta 46. Il soffitto è detto a “carena rovesciata” proprio perché ricorda la forma di una nave, con capriate lignee in vista. Sui due lati più lunghi della chiesa vi sono le 20 cappelle, 10 per ogni lato. La controfacciata presenta affreschi del 300 raffiguranti la Trinità e la Madonna col Bambino e due notevoli arcosoli. Si possono notare elementi tipici dello stile gotico come le colonne a fascio composite, archi a sesto acuto e  sottostante.

Le cappelle

Nella prima cappella a sinistra c’è la tomba di Salvo D’Acquisto. La quinta cappella  a sinistra, quella di San Francesco D’Assisi, si trovano alle pareti laterali due sarcofagi della famiglia Del Balzo: a sinistra Raimondo e a destra la moglie Isabella. Sulla parte frontale vi è una scultura raffigurate San Francesco che risale al periodo del ‘600. La volta presenta decorazioni barocche tipiche. Le venti cappelle della chiesa sono principalmente sepolcri monumentali realizzati tra il XIV e il XVII secolo, appartenenti a personaggi illustri della nobiltà napoletana:

LA PRIMA CAPPELLA A SINISTRA è la tomba di Salvo d’Aquisto.

LA QUINTA CAPPELLA A SINISTRA è dedicata a San Francesco D’Assisi. Alle pareti laterali ci sono due sarcofagi appartenenti alla famiglia Del Balzo, a sinistra Raimondo e a destra sua moglie Isabella Apìa.

LA SECONDA CAPPELLA A DESTRA ospita un affresco di un ignoto pittore giottesco e monumenti sepolcrali appartenenti alla famiglia Del Balzo.

LA NONA CAPPELLA A DESTRA è attualmente il sepolcreto ufficiale della famiglia Borbone, dove riposano i sovrani del Regno delle Due Sicilie, da Ferdinando I a Francesco II.

LA DECIMA CAPPELLA A DESTRA vi sono sepolti alcuni componenti della famiglia Borbone. A destra vi è il sepolcro della venerabile Maria Cristina di Savoia, che fu moglie di Ferdinando II e madre dell’ultimo sovrano di Napoli Francesco II.

Il coro

Il coro delle monache è concepito come una piccola chiesa. Questo conserva l’arcosolio di Re Roberto D’Angiò; sulle pareti ci sono frammenti di affreschi sulle Storie Neotestamentarie e l’Apocalisse di Giotto.

De Santis Francesca

Munasterio 'e Santa Chiara - Roberto Murlo - Mina
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© 2014 - 2015 by Giulia Borsa. 

Video Giulia Gianturco Foto Giulia Borsa. 

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